mercoledì 1 giugno 2011

Perché "SI" al referendum contro il nucleare

La funzione primaria delle centrali atomiche è la produzione di plutonio.
Questo elemento, nei suoi quindici isotopi conosciuti, è di grosso valore per applicazioni militari o di geoingegneria (in pratica serve principalmente a fabbricare ordigni nucleari) e può essere utilizzato anche per costruire armi radiologiche ma non è altrettanto valido per utilizzi civili di produzione energetica. Rimane radioattivo per oltre 24.000 anni.



La produzione di energia elettrica rappresenta per le centrali atomiche solo un parziale recupero economico ed è dovuta all'enorme quantità di acqua riscaldata dal raffreddamento delle barre: circa 30.000 litri al secondo (ecco perché tali impianti vengono collocati sempre vicino ad inesauribili fonti d'acqua).
Quest'acqua viene poi riversata nell'ambiente fortemente riscaldata e contaminata causando la sterilizzazione (distruzione della flora e della fauna) degli ecosistemi.

I costi di costruzione, gestione e smantellamento delle centrali sono enormi ed a questi vanno aggiunti costi e rischi dovuti alla gestione ed alla sorveglianza armata delle scorie.
Esse sono appetibili e costituiscono un potenziale affare per organizzazioni terroristiche ed ecomafie.
Paragonando il nucleare "caldo" all'eolico in termini di Kw prodotti, quest'ultimo viene a costare la metà ed è operativo in un decimo del tempo.

Inoltre, azionando le centrali atomiche enormi generatori, questi coprono la richiesta energetica di vaste zone del territorio causando tre effetti di cui si parla poco:
  • presuppongono una rete di elettrodotti di distribuzione ad altissimo voltaggio ed alto impatto ambientale;
  • lo stesso trasporto su lunghe distanze può comportare una perdita di energia che può arrivare al 30% condizionando i criteri di convenienza e dimensionamento dell'impianto;
  • in caso di guasti, il black-out che ne consegue interessa zone enormi.
Altri metodi di generazione possono essere invece più proporzionabili e distribuibili in base alle esigenze locali, senza il bisogno di trasferire (e disperdere) energia su lunghe distanze.


Approfondimenti:
- il fotovoltaico fai-da-te tra due anni sarà l'energia più conveniente




Parla Mattioli