Se esiste una prova schiacciante tra le tante possibili che confermino le reiterate operazioni di modificazine climatica in corso, è quando - di tanto in tanto - tali operazioni vengono sospese!
La "normalità" consiste ormai in cieli bianchicci e decorsi atmosferici giornalieri difficilmente interpretabili mentre l'anormalità prevede che in assenza di nubi e sistemi nuvolosi in qualche modo imbriferi o "di cattivo tempo", i cumuli "di bel tempo" si manifestino gai in un cielo omogeneamente azzurro.
In realtà, più che di normalità o meno dovremmo parlare di consuetudine, in quanto è evidente che il risultato di irrorazioni aeree giornaliere a tappeto non può in alcun modo considerarsi "normale".
Almeno qui in Toscana, infatti, negli ultimi giorni si è potuto notare un insolito ritorno ad una normalità meteorologica, guarda caso contestualmente ad una sospensione delle irrorazioni aeree inequivocabilmente identificabili come tali.
La fine di questa alterazione antropica delle condizioni climatiche ha comportato in tempi brevissimi (l'arco di una nottata) una normalizzazione delle temperature verso il basso, dato l'effetto serra provocato dai particolati (non più) in sospensione, ed il manifestarsi dei cumuli di bel tempo in un cielo chiaramente sereno, quindi azzurro.
In questo periodo, sugli Appennini è nevicato e sta nevicando ancora, come all'inizio dell'inverno avevo pronosticato parlando con i miei amici, e questa consuetudine del colpo di coda primaverile di un inverno scialbo torna "stranamente" utile alle lobbies dell'alimentazione, creando, per le colture locali, condizioni di rischio per le piante sbocciate con troppo anticipo.
La fine di questa alterazione antropica delle condizioni climatiche ha comportato in tempi brevissimi (l'arco di una nottata) una normalizzazione delle temperature verso il basso, dato l'effetto serra provocato dai particolati (non più) in sospensione, ed il manifestarsi dei cumuli di bel tempo in un cielo chiaramente sereno, quindi azzurro.
Dopo un inverno privo di carattere, si può apprezzare almeno uno scampolo di primavera con la sua aria fresca che ci sembra fredda solo perché... l'inverno è stato anormalmente caldo. E per anormale, intendo riferirmi alle medie climatiche alle quali eravamo abituati prima dell'avvento delle irrorazioni aeree.
In questo periodo, sugli Appennini è nevicato e sta nevicando ancora, come all'inizio dell'inverno avevo pronosticato parlando con i miei amici, e questa consuetudine del colpo di coda primaverile di un inverno scialbo torna "stranamente" utile alle lobbies dell'alimentazione, creando, per le colture locali, condizioni di rischio per le piante sbocciate con troppo anticipo.
Basterebbe questo per rendersi conto di uno dei tanti motivi per i quali si spendono tanti soldi per condurre operazioni di modificazione climatica su vasta scala. Uno solo dei tanti.