Farindola (PE), 15/04/2012. Ecco un nuovo episodio di prevaricazione sul cittadino indifeso dalle istituzioni ed alla mercé di potenti gruppi economici privati che lo Stato nelle sue emanazioni si sente in dovere di proteggere, contro gli interessi e la salute degli stessi cittadini.
Che le radiazioni elettromagnetiche siano nocive per lo stato d’animo, per la produttività e per la salute non è certo una novità e si tratta di una cosa più che comprovata ma a quanto pare questa realtà è ancora ignorata nella aule dei tribunali: rimane solo da stabilire se a causa di ignoranza o di corruzione.
Riportiamo, con poche modifiche espositive ma non di sostanza, il racconto ordinato delle vessazioni alle quali sono stati sottoposti gli abitanti del centro abruzzese. Il racconto infatti descrive un’incredibile sequenza di situazioni, opere ed omissioni tutte manifestamente favorevoli alla causa dei cittadini. Eppure, le istituzioni hanno visto solo le ragioni della Vodafone.
Allora, in casi come questo e quello della TAV in Val di Susa, chi rappresenta realmente lo Stato?
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Abusi evidenti. <<Tutto è iniziato il 27 dicembre 2011 quando in un piccolo centro abitato nel mezzo delle montagne abruzzesi in provincia di Pescara, con nostra enorme sorpresa ci siamo visti spuntare, sopra il tetto di un edificio destinato alla protezione civile, un ripetitore per telefonia mobile.
L’allarme è stato immediato ed abbiamo interpellato tempestivamente il Sindaco, reo di non aver dato nessuna comunicazione a riguardo, al fine di richiedere il blocco dei lavori dato che gli abusi erano evidenti.
La sommossa popolare fu enorme e la ditta, suo malgrado, dovette interrompere i lavori. Chiamammo i carabinieri i quali accertarono le nostre perplessità e non poterono non prendere atto dell’ambiguità procedurale e delle “anomalie” del cantiere.>>
L’allarme è stato immediato ed abbiamo interpellato tempestivamente il Sindaco, reo di non aver dato nessuna comunicazione a riguardo, al fine di richiedere il blocco dei lavori dato che gli abusi erano evidenti.
La sommossa popolare fu enorme e la ditta, suo malgrado, dovette interrompere i lavori. Chiamammo i carabinieri i quali accertarono le nostre perplessità e non poterono non prendere atto dell’ambiguità procedurale e delle “anomalie” del cantiere.>>
Ammissione degli errori e vane promesse. <<La sera stessa, sempre sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine, il Sindaco e la giunta si recarono in luogo per un consiglio straordinario. Le critiche della popolazione furono precise, puntuali e assolutamente democratiche. L’amministrazione, ed in particolar modo il Sindaco (fra l’altro anche medico), si sono mostrati sin da subito totalmente in difetto di nozioni sulle tematiche legate alle radiazioni elettromagnetiche. Hanno ammesso il loro ERRORE e ci hanno invitato ad aver fiducia in loro. Ci venne promesso che avrebbero cercato di delocalizzare l’impianto e ci rimandarono ad un futuro consiglio.
Nel frattempo, chiaramente sfiduciati da un’amministrazione che aveva cercato di compiere un abuso (morale e tecnico) di soppiatto, i cittadini tutti si attivarono al fine di contrastare questa imposizione.
L’impianto, costituito di 3 elementi UMTS/GSM (Vodafone) era infatti già montato e per poter essere avviato e necessitava solo dell’alimentazione. Nonostante l’intervento tempestivo della cittadinanza, la ditta e il Comune(che avevano operato in gran segreto) erano riusciti a montare tutto il necessario (traliccio, ripetitori, amplificatori).
Per dare una maggiore idea di come e dove sia installato l’SRB (stazione radio base), basti pensare che la stessa è situata al di sopra di un edificio adibito a primo presidio ed a Protezione Civile e che il ripetitore dista in linea d’aria al massimo 10mt dalle abitazioni circostanti. Inoltre, alla stessa altezza del ripetitore e sempre a circa 10mt dallo stesso, vi sono finestre di alcuni cittadini. Il quartiere in cui è stato installato come ennesimo insulto alla vita, è uno dei più densamente popolati da bambini. E sappiamo che le radiazioni elettromagnetiche sono particolarmente nocive su di un sistema nervoso in formazione.>>
In base al Piano Regolatore, la scelta del sito sarebbe fortemente discutibile.
Nel regolamento sulle antenne del Comune, la zona rientra tra quelle aventi una destinazione urbanistica incompatibile con tali impianti.
Inoltre, secondo il regolamento in questione, il nostro territorio è già saturo di installazioni del genere.
Illegittimità amministrative. <<Tornando alla diatriba e al movimento spontaneo di persone che si sono mobilitate alla lotta contro l’SRB in quanto non confidenti nell’amministrazione dimostratosi oltre che disattenta anche totalmente disinformata sull’argomento, è importante segnalare come, dopo aver preso visione della documentazione inerente l’installazione (accesso agli atti L. 241/90), sia parso subito chiaro che le cause di illegittimità amministrativa risultassero numerose.
A tal proposito il movimento di cittadini ha avviato un ricorso amministrativo.
Contestualmente si è promossa una massiva raccolta di firme che si è dimostrata un grosso successo in termini di partecipazione.
Il giorno 7 gennaio è stato organizzato un corteo con destinazione la sala consiliare dove, con la presenza di esperti nel campo, si è discusso circa l’inopportuna scelta di voler installare un ripetitore così vicino alle case.
In tutto il periodo successivo si è scoperto che l’amministrazione aveva deliberato di giunta l’approvazione del progetto, lasciando pertanto ignari i consiglieri di minoranza. La scelta di non discutere pubblicamente in consiglio un’opzione così complessa è apparsa sin da subito sospetta.
Inoltre nei silenti mesi successivi alla manifestazione (in cui il Sindaco non intervenne), non si sono avute comunicazioni in merito al paventato consiglio promesso per il 27 dicembre.
Poi un bel giorno (la seconda decade di marzo), il Sindaco ha convocato i cittadini (con uno scandaloso preavviso di sole 5 ore) per una riunione informale (e non un consiglio comunale) con la giunta.
In quella sede ci si è detto che si sarebbe provveduto a delocalizzare l’antenna in un luogo opportuno e distante dalle case, ma solo ad una precisa condizione: l’antenna sarebbe dovuta rimanere attiva a tempo indeterminato nel sito oggetto di rivolta fino a che non sarebbe stato approvato il nuovo progetto. Ma i terreni interessati dalla delocalizzazione, destinati ad usi civici, erano ancora del Demanio e pertanto i tempi di “attivazione temporanea” non potevano che risultare estremamente dilatati.
La contestazione pubblica è stata vigorosa, dai toni accesi e il Sindaco ha deciso bene di lasciarci sul posto senza dare spiegazioni e dicendo che non meritavamo niente.
Con nostro sgomento, il giorno dopo, la ditta si è ripresentata per dare il via all’attivazione ma si è trovata di fronte una decisa rappresentanza di cittadini che, facendosi valere pacificamente e con preparazione amministrativa, le ha impedito di proseguire. Il giorno successivo, il raid della ditta (anzi in questo caso erano più di una) si è fatto più deciso e, anche grazie al sostegno dell’amministrazione, ha cercato di entrare a tutti i costi per attivare l’impianto. Grazie alla nostra preparazione legale (annoveriamo avvocati, amministrativi, burocrati e onorevoli fra le nostre fila) siamo riusciti ancora una volta ad impedire l’abuso. In questa circostanza, così come nel giorno precedente, abbiamo preteso l’intervento delle forze dell’ordine al fine di verificare la documentazione in mano alle ditte. Le forze dell’ordine per ben due volte hanno trovato insufficiente tale documentazione presentata dagli addetti ai lavori e solo grazie a Dio e alla nostra preparazione legale (accompagnata dall’imparzialità delle forze dell’ordine) siamo riusciti ad impedire un’installazione che presentava chiari ed evidenti elementi di illegittimità.>>
Voltafaccia delle istituzioni. Incredibile dispiegamento di forza pubblica a sostegno dell’illegalità. <<Purtroppo quella è stata l’ultima volta in cui si è riusciti ad impedire questa maledetta attivazione. Infatti il giorno 3 del mese di aprile, le ditte, accompagnate dalla Digos, dal vigile, dai Carabinieri e dalla Polizia, nonostante la situazione amministrativa non fosse mutata rispetto alla scorsa volta, hanno ottenuto l’allaccio definitivo.
Il cartello dei lavori ad esempio è stato sempre tenuto nascosto ed attaccato all’ultimo istante. Inoltre tale cartello (obbligatorio ai sensi della 380/01) è tutt’ora in difetto di informazioni necessarie.
La situazione attuale vede un ripetitore allacciato e perfettamente funzionante (disattendendo anche le promesse del Sindaco circa un collegamento di una sola palina). Secondo quanto dettoci dall’amministrazione comunale il ricavo che il comune percepisce da questo impianto è di 2500 euro all’anno. [Ma pare che in realtà contratti del genere siano ben più remunerativi, N.d.R.]
Noi ci chiediamo se questa somma sia il prezzo attribuito alle persone e soprattutto alle numerose famiglie che si ritrovano una stazione radio base a 10 metri dalla finestra e soprattutto alla stessa altezza.
Ci si dice di aver fiducia nelle autorità e nella legge… ma quale legge è mai possibile se viene a mancare, da parte delle persone, la fiducia nelle istituzioni? Si è attentato e si sta attentando alla vita e non sono valse le nostre riserve morali né tantomeno le nostre eccezioni legali al procedimento amministrativo.
Il Sindaco, come detto anche medico, ha avuto disinteresse della salute delle persone e ha portato avanti una serie di scuse (in quanto alla fine ha forzato per l’attivazione) che di fatto al momento penalizzano seriamente la nostra tranquillità e la nostra vita.>>
Evoluzione e prospettive. Tra circa un mese, la questione verrà discussa in tribunale ma pare che l'opinione pubblica - ovvero quella che... acquisisce le proprie opinioni sui media - sia già stata intortata dalle assicurazioni del sindaco, pubblicate da un giornale regionale, che affermano di aver risolto il problema nonostante per i cittadini LA SITUAZIONE NON SIA COME VIENE PROSPETTATA perché Il Comune non ha nessun documento definito e CHIARO.
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E sappiamo quanto influiscano le "verità" pubblicate dai media sulle decisioni delle corti: sono quasi delle sentenze anticipate alle quali i giudici stranamente si allineano.
Alle loro richieste di pubblicare una smentita o quanto meno una rettifica DOCUMENTATA alla notizia, il giornale li ha mandati ovviamente al... paese degli illusi.
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E sappiamo quanto influiscano le "verità" pubblicate dai media sulle decisioni delle corti: sono quasi delle sentenze anticipate alle quali i giudici stranamente si allineano.
Alle loro richieste di pubblicare una smentita o quanto meno una rettifica DOCUMENTATA alla notizia, il giornale li ha mandati ovviamente al... paese degli illusi.
Questa è quella che qualcuno si ostina ancora a definire "informazione".
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A quando un ritorno alla legalità nell'interesse dei cittadini?