I nostri cieli sono attraversati da centinaia di voli al giorno ma, a meno di non abitare in una zona vicina a canali di decollo o atterraggio, non ce ne rendiamo conto perché le rotte dei voli commerciali sono posizionate a quote normalmente comprese tra gli 8.000 ed i 13.000 metri sul livello del mare, distanze alle quali - anche ammesso di trovarsi esattamente sotto alla verticale del velivolo - anche dei grossi aerei cominciano a non essere più visibili.
Ma oltre gli 8000m slm - e non al di sotto di questa quota - si possono verificare delle condizioni per cui il vapore d'acqua, frutto della combustione del kerosene ed eiettato da ogni motore, si condensa immediatamente a poche lunghezze dall'aereo in volo, in una scia formata da micro cristalli di ghiaccio che rimane visibile fino alla sua sublimazione, che avviene di norma entro 50" circa. Quando ciò si verifica, è possibile apprezzare una serie di scie, in quantità legata al numero di motori, che si allungano in una misura pressoché costante dietro al velivolo, ovviamente finchè esso procede alla stessa velocità.
La lunghezza costante della scia dovrebbe rassicurarci sulla sua natura
Le condizioni indispensabili perché le scie di condensazione si manifestino, consistono in un'umidità relativa dell'aria non inferiore al 70% ed una temperatura non superiore ai -40°C; fattori che devono verificarsi contemporaneamente e, come già accennato, ad una quota non inferiore agli 8.000m circa.
Temperature così basse in quota si verificano con maggior probabilità nei periodi freddi: ecco perché è più facile avvistare scie di condensazione d'inverno rispetto alle altre stagioni.
Per calcolare approssimativamente le temperature possibili a seconda della quota - in mancanza di dati forniti - può essere utile partire dalla quota di zero termico riportata nei più particolareggiati bollettini meteo e sottrarre 1°C ogni 150m di quota in più. In tal modo possiamo calcolare ad esempio che se abbiamo lo zero termico a 3.000m, è ipotizzabile una diminuizione della temperatura in quota di circa 10° ogni 1500m in più e quindi a 9.000m è facile che la temperatura dell'aria si trovi sulla soglia dei fatidici -40: al di sopra di questa quota sarà possibile la formazione di scie di condensa sempre che l'umidità relativa dell'aria sia sufficientemente alta.
Questo rende l'idea della scarsa probabilità di formazione di tali scie, valore che è stato calcolato come inferiore al 3% alle nostre latitudini nel corso dell'anno ed ovviamente concentrato quasi esclusivamente nei mesi più freddi.
Scia colorata dall'aurora o dal tramonto
Negli ultimi 10 anni, la probabilità di avvistare le scie di condensa è diminuita per due motivi:
- il traffico aereo ha subito un calo pari a circa il 25%;
- le continue irrorazioni aeree, diventate all'ordine del giorno nel nostro Paese dopo lo scellerato "accordo" Italia-USA del 2003 sulla sperimentazione climatica, hanno l'effetto iniziale di confondersi con le rare scie di condensa e quello successivo e definitivo di opacizzare il cielo a quote comprese tra i 1.500 ed i 4.000m cioè tra noi e la quota minima necessaria per la formazione di scie di condensa.
L'ignoranza di tali nozioni è quella che sta alla base della cosiddetta "Bufala delle Scie Chimiche" che i disinformatori di regime (e gli utili idioti che sostengono le loro strampalate tesi) si ostinano a propagandare contro ogni prova ed evidenza.
Purtroppo non di bufala si tratta ma di un Impatto Antropico che potrebbe essere azzerato, almeno nei cieli del nostro Paese, recuperando la perduta Sovranità sui territori e sulle nostre decisioni.